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L’IDEA-PROGETTO DELLA REGIONE LUNEZIA (EMILIANO-LUNENSE) E IL NUOVO GOVERNO LEGA-STELLATO

Da oltre quattro mesi sta operando il nuovo Governo Legastellato, ma finora non abbiamo ancora avvertito nessuna indicazione in merito alle Riforme Istituzionali, di cui almeno la componente leghista era stata, anche nel recente passato a guida salviniana, una convinta sostenitrice. Appena appena si è fatto cenno al ripristino dell’elezione diretta degli organi provinciali, ma nulla più. Noi siamo fiduciosi che chi si è autodefinito Governo del Cambiamento abbia la piena consapevolezza che le Istituzioni Pubbliche e i loro assetti, compresi quelli territoriali, sono strutture fondamentali per la Società. Lasciare le Istituzioni come sono o cambiarle può effettivamente definire se un Governo sia di cambiamento o di conservazione. Per quanto attiene alla nostra idea-progetto di Regione Lunezia (tralasciando volutamente le varie e pur

importantissime motivazioni storiche e culturali che la sottendono), dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti il grandissimo vantaggio economico che avrebbero i territori luneziani (La Spezia, Massa Carrara, Reggio Emialia, Parma, Piacenza, Mantova, Cremona) da un più efficiente sistema di trasporti che, incardinato sui porti di La Spezia e Carrara, sul Polo logistico di Piacenza, sulla Stazione Mediopadana di Reggio Emilia e sull’Aeroporto di Parma, vedesse nella Pontremolese completamente raddoppiata e nell’Autocisa-Autobrennero, tra loro collegate dalla bretella Pontetaro-Nogarole Rocca, quelle arterie capaci di irrorare energia ad un ben più vasto tessuto territoriale potenzialmente molto più ricco di risorse, che finora sono rimaste inespresse o poco valorizzate. Il mondo produttivo padano, con un efficiente e rapido sbocco al mare, sulla direttrice Tirreno-Brennero, oltre a poter meglio competere nel sistema macroeconomico, sarebbe generatore di vitalità anche per la piccola economia dell’Appennino e porterebbe sulle aree luneziane tirreniche effetti molto più benefici degli attuali. L’Ateneo parmense potrebbe recuperare la sua centralità del passato e i giacimenti culturali delle varie Città, se messi a sistema, farebbero rifiorire il nostro turismo. Analogo effetto si avrebbe dalla sinergia turisticoambientale del Parco tosco-emiliano con quello delle Cinque Terre e di altri Parchi minori, in una invidiabile combinazione Appennino-Mare, sui percorsi dolci dell’Alta Via, della Francigena, della Via degli Abati. Molte altre opportunità, specialmente dal settore enogastronomico, potrebbero essere colte, a maggior vantaggio dei cittadini, se si potesse riorganizzare in un Autonoma Ente (Regione o macroprovincia che dir si voglia) quest’ampia fascia di territorio che va dal Mar Tirreno alla Padania. Non si tratterebbe della 21° Regione italiana, ma di una delle eventuali Regioni strategiche, di valenza europea, sulle quali sarebbe meglio articolato il tessuto socio-economico della nuova Italia.


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